I tre umori: il vento

Perché parlare di medicina tibetana nel panorama delle discipline olistiche? Perché, a differenza delle sue sorelle più famose, la medicina ayurvedica e la medicina cinese, con cui condivide molti dei principi base, è rimasta molto spesso nell’ombra, semisconosciuta, se non fosse per poche scuole che ne tramandano gli insegnamenti. Eppure, al pari, dell’ayurveda e della medicina cinese, quella tibetana sostiene, in modo straordinariamente in sintonia con le moderne correnti della psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI), quella sostanziale unità corpo-mente che per secoli è stata sempre più ignorata dalla medicina tradizionale e che oggi, prepotentemente, torna ad essere ritenuta fondamentale da chi, insoddisfatto della scienza medica moderna, ritiene che il paziente debba essere considerato dal medico nell’interezza della sua personalità e non solo come insieme di organi portatori di possibili patologie. Inoltre, la medicina tibetana compie un ulteriore passo in avanti, in quanto sostiene, non soltanto l’unità corpo-mente, ma anche quella corpo-universo, cioè di microcosmo e macrocosmo, nel senso che ogni cosa è inscindibilmente connessa al tutto.

Inizieremo ad affrontare la medicina tibetana parlando innanzitutto di salute, anziché di malattia. Il corpo-mente sano è quello in cui c’è un equilibrio tra tre elementi  (corrispondenti a grandi linee ai dosha ayurvedici), detti umori o principi sottili: vento, bile e flemma. Ogni persona tende, tuttavia, a riconoscersi prevalentemente nelle caratteristiche legate a uno o al massimo due elementi. Oggi presenteremo l’umore vento, particolarmente importante per gli uomini del ventunesimo secolo, perché è quello più coinvolto nei disturbi mentali ed emotivi a qualsiasi livello, che tanto affliggono la nostra società. L’umore vento è importante anche perché è neutro, ossia controlla e può mescolarsi con gli altri due elementi. Ciò significa che la medicina tibetana prevede sempre un’origine psicosomatica per ogni malattia, un concetto estremamente moderno se pensiamo che essa vide i suoi inizi approssimativamente nel VII secolo dopo Cristo.

Il vento ha sei caratteristiche o qualità che lo contraddistinguono: asciutto, freddo, sottile, volatile, pungente e morbido. I disturbi legati all’elemento vento possono essere prodotti da desiderio, attaccamento e concupiscenza e si manifestano più facilmente in luoghi freddi e ventosi.

L’umore vento può essere suddiviso in cinque tipi:

  • Il vento che accompagna la vita, che ha sede nella testa e discende attraverso la gola fino al cuore, che controlla la respirazione e la deglutizione.
  • Il vento che si muove in alto, che ha sede nel petto ma si muove in alto verso la gola, che governa la parola.
  • Il vento pervadente, che si muove in tutto il corpo, responsabile dei movimenti muscolari.
  • Il vento che accompagna il fuoco, situato nello stomaco, che si muove attraverso tutti gli organi interni, presiedendo alle funzioni digestive.
  • Il vento che purifica in basso, che si trova nella zona genitale e anale, la cui funzione primaria è quella dell’eliminazione e dell’escrezione.

La persona vento è sensibile alle correnti fredde. Ama cantare, ridere, discutere, ragionare, lottare. Ama cibi amari, acidi e piccanti. Soprattutto, però, è dominata dalla mente (personificata metaforicamente da una scimmia), dal rimuginare continuo, non riesce a staccarsi dai propri pensieri. E’ in questo aspetto che ritroviamo la causa di ogni malattia psichica.

Nel prossimo articolo parleremo del secondo umore: la bile.

Laura Bertoli

Fonti:

“Medicina tibetana del corpo e della mente”, Terry Clifford, ed. Mediterranee, Roma, 1991

“La grande guarigione”, Namkhai Norbu, Ubaldini Editore, Roma, 2002


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