E’ possibile ottenere dell’energia rinnovabile anche in Italia dai nostri rifiuti?

Ogni giorno consumiamo un pezzetto di Terra e la puzza aumenta.

Come un ciclopico organismo vorace, il nostro popoloso mondo consuma e produce rifiuti. Ma che cos’è un rifiuto?

Ed è possibile ottenere energia rinnovabile anche in Italia come dalle altri parti del mondo?

energia rinnovabile italia dai rifiuti

Per essere responsabili dovremmo metterci in ascolto ed essere in grado di corrispondere agli appelli incessanti che ci lancia la natura alla quale siamo accomunati dallo stesso destino.
Come un ciclopico organismo vorace, il nostro popoloso mondo consuma e produce rifiuti.

Contenitori, avanzi, fondi, rimasugli, ritagli, involucri, scarti, cocci e mozziconi accompagnano la nostra vita quotidiana, dalla spesa alla cucina a tutto quel che facciamo. Scarti, fumi, colature, depositi, rottami, emanazioni, residui e scarichi accompagnano invece tutto il processo di produzione industriale delle merci. Già prima dell’acquisto, fin da quando è ancora sotto forma di risorsa, la merce ha su di sé il proprio destino di rifiuto. Una spirale… che può essere usata a nostro vantaggio, una spirale dalla quale può essere generata energia rinnovabile, anche qui, anche in Italia!

Ma che cos’è un rifiuto?

È possibile rispondere intuitivamente: qualcosa di sporco e rotto, ciò che ha perso la sua funzione e non ha più senso d’esistere tra gli oggetti che ancora funzionano e sono utili. Qualcosa da consacrare a un secchio dove già ci sono altre cose, rotte, inutili, impure, che si accumulano e si sporcano a vicenda.

I rifiuti puzzano, vanno allontanati, chiusi in una borsa ed eliminati. Per poi ricominciare da capo. Merci e rifiuti sono aspetti di una sola cosa, ma si escludono a vicenda come fasi distinte di un processo che tende, da una parte, al possesso e all’acquisizione, dall’altra all’allontanamento e all’oblio.

Gli avanzi del benessere: mezzi per ottenere energia rinnovabile anche in Italia

Così, una certa percentuale di questo globo è tutta intenta a produrre e consumare, a inventare bisogni stressanti e convenienti, suppellettili sfarzose ma indubbiamente non necessarie.

Un’altra parte, un po’ più sfortunata, un po’ più arretrata, diciamo non così sviluppata come la nostra ma in fase di sviluppo (come se il criterio di sviluppo fosse solo il benessere economico), non ha inventiva, non produce, e soprattutto non consuma. Nel frattempo sempre più immondizia si sta accumulando, la Terra diventa sempre più lurida e nuove montagne si innalzano. Ma non è la natura a produrre rifiuti.

Le scienze positivistiche nate nei Paesi occidentali hanno decretato il disinteresse per il destino delle merci dopo il consumo: l’attenzione si rivolge solo a tutti agli aspetti legati alla produzione e alla distribuzione, dal design alla pubblicità, dai processi industriali al marketing. Il modello di economia neoclassica ha fornito strumenti concettuali, costituiti da funzioni e diagrammi, che danno legittimità e sistematicità teorica a processi che si rivelano essere più che altro operazioni di saccheggio, prevaricazione, devastazione dell’ambiente o delle preesistenti forme di convivenza sociale. Ma l’indifferenza verso questo mondo putrido e puzzolente, fatto di sporcizia e inutilità, è radicata ancora più a fondo, nella struttura del pensiero che calcola, misura, devasta… Possiamo uscirne e trasformare il tutto in energia rinnovabile e possiamo farlo anche in Italia come da altre parti del mondo!

È in fondo la stessa definizione di uomo come “soggetto razionale”, protagonista della filosofia occidentale, a provocare la scissione tra umanità e mondo, perché non è in grado di “lasciar essere” il mondo nella sua essenza. Questo concetto, il “lasciar essere”, ha un’importanza centrale nel pensiero di Heidegger, opponendosi a una struttura di pensiero metafisico, oggi diffusa a livello planetario, per la quale la Terra, le cose e il mondo stesso sono sempre disponibili: tutto il presente è l’oggetto di una rappresentazione che è semplicemente lì davanti ai nostri occhi, o meglio una risorsa utilizzabile a scopi umani, pronta a essere impiegata.

Con l’imporsi del pensiero rappresentante e calcolante, che anticipatamente pone il mondo (e l’uomo stesso) come risorsa, tutto è già prestabilito per essere sfruttato. Il saccheggio è la rimozione di ciò che altrove verrà ammassato, così come il consumo sfrenato e lo spreco sono l’inizio della produzione dei rifiuti. Questi si ammonticchiano sotto di noi e attorno a noi, ci riguardano, come avanzi di un benessere che non ha scopo all’infuori della propria perpetuazione.

… La domanda resta la stessa: è possibile secondo te trasformare questo lerciume in Energia rinnovabile ed è possibile farlo anche qui nel Bel Paese, in Italia?

Presto la seconda parte di
Energia rinnovabile Italia: prendersi cura dei rifiuti


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